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Baron (Polstrada): “Scuole fondamentali per cambiare comportamenti”

Pubblicato il: 18/12/2025 - Aggiornato il: 19/12/2025

dal 04 Agosto 2023 al 06 Agosto 2023

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Velocità e distrazione, le principali cause degli incidenti stradali

Baron Polstrada 1
Baron (Polstrada): “Scuole fondamentali per cambiare comportamenti” 2

 “L’incidente stradale è la prima causa di mortalità e di grave lesività per i giovani, le ricerche scientiche di settore rivelano che la scarsa esperienza alla guida e, talvolta, la distorsione della percezione del rischio, tipica della giovane età, può portare i ragazzi a sopravvalutare le proprie capacità e a non rendersi conto di quelle che possono essere le conseguenze di condotte azzardate”. Di sicurezza stradale e di formazione delle generazioni più giovani parliamo con Luciana Baron, Primo Dirigente della Polizia di Stato, Direttore della Prima Divisione del Servizio Polizia Stradale.

Cosa ha messo in campo negli anni la Polizia di Stato e quali sono i programmi futuri?
“Tra le principali cause dell’incidentalità attribuibile alle condotte umane emergono la velocità eccessiva, la distrazione, il mancato rispetto della distanza di sicurezza e la guida dopo aver assunto alcol e stupefacenti, mentre il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e degli altri dispositivi di protezione e ritenuta può determinare conseguenze più gravi o mortali. L’obiettivo – prosegue la dirigente della Polizia di Stato – è arrivare prima, prima dell’incidente stradale, non solo attraverso strategie di controllo e di contrasto alle condotte di guida rischiose, ma anche attraverso la diffusione di una capillare cultura di legalità e di sicurezza stradale. In questo senso, la Polizia Stradale è costantemente impegnata nelle iniziative di informazione e prossimità volte ad accrescere la consapevolezza dei rischi che si corrono sulla strada a causa di condotte scorrette e imprudenti. Per questo, la Polizia di Stato impiega energie e risorse per realizzare progetti e campagne di sensibilizzazione come Icaro, Biciscuola, Vacanze sicure, Incroci e altro. L’inscindibile binomio tra controlli ed educazione stradale resta un presupposto fondamentale anche per le strategie del futuro, rafforzato dall’impiego sempre più performante delle tecnologie, non solo per gli accertamenti da remoto, ma anche per aumentare l’efficacia della esperienza formativa attraverso l’impiego di simulatori di guida in 3D, di visori e della realtà virtuale per gli usi didattici. L’esperienza immersiva e gli attivatori emotivi rendono più efficace l’acquisizione della consapevolezza dei rischi e questo effetto si amplifica quando la formazione è trasversale e ripetuta nel tempo”.

C’è una collaborazione con le scuole?
“Per cambiare i comportamenti le scuole sono fondamentali. Dobbiamo partire dai più giovani. È lì che si gettano le basi per una cultura della sicurezza. La campagna Icaro, realizzata in collaborazione con numerosi partner pubblici e privati, arrivata alla venticinquesima edizione, prevede la formazione sui temi della sicurezza stradale a partire dai primi anni di vita dei bambini della scuola dell’infanzia fino all’università, con programmi studiati dalla “Sapienza” Università di Roma, idonei per ogni fascia di età. L’obiettivo del progetto è promuovere consapevolezza e rispetto delle regole attraverso il gioco per i più piccoli, passando per il linguaggio del teatro, della musica, del cinema, fino ad arrivare ad esercizi mirati per sviluppare capacità attentive, consapevolezza e percezione del rischio. La preziosa collaborazione con le scuole ha consentito, nel tempo, alla Sapienza di validare scientificamente il programma didattico proposto, attraverso una verifica della sua efficacia nel modificare atteggiamenti e credenze”.

Trattare con gli studenti il tema delle vittime della strada è un modo per sensibilizzare i più giovani ai pericoli e quindi ad una formazione responsabile?
“Trattare il tema delle vittime della strada, coinvolgendole ove possibile nella formazione, riveste un valore educativo straordinario. La vittima che trova il coraggio di raccontare la sua storia crea una “relazione viva” con i ragazzi i quali, attraverso quella narrazione, attivano forme di apprendimento più profonde e autentiche; il racconto di storie vere riesce a sgretolare quella distanza difensiva basata sull’errato presupposto che… ‘può accadere solo agli altri’. La testimonianza personale di una vittima o di un genitore abbatte questa illusione e stimola una elaborazione più responsabile delle proprie scelte. Da diversi anni numerosi familiari di vittime della strada partecipano a progetti e campagne di sicurezza stradale e metteno in campo le loro diverse competenze a servizio della collettività. La Stradale è impegnata, inoltre, nel progetto  Chirone, un importante percorso formativo dedicato agli operatori che intervengono nella complessa gestione di incidenti stradali e comunicazione del lutto. Il progetto è volto a fornire ogni utile strumento per evitare la vittimizzazione secondaria e dare il corretto supporto a chi è costretto a vivere un momento drammatico della vita”.

I rischi degli incidenti gravi derivano da più fattori, a partire da guida veloce, distrazione e violazione delle regole. Però le regole della strada andrebbero rispettate anche dai cosiddetti utenti fragili.
“Gli incidenti stradali possono coinvolgere tutti gli utenti della strada senza alcuna distinzione, stravolgendo in pochi secondi la vita delle persone coinvolte e quella dei loro familiari. La condotta umana, al di là dei fattori oggettivi ed ambientali, risulta essere la principale causa nel determinare l’incidente e le sue drammatiche conseguenze. Quindi il rispetto delle regole è un obbligo per tutti: automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni. È doveroso ricordare che gli utenti più vulnerabili, ovvero coloro che non dispongono di protezioni  fisiche, o dispositivi di sicurezza comparabili alle dotazioni dei veicoli, sono esposti alle conseguenze più gravi in caso di impatto. La sensibilizzazione al rispetto delle regole deve diventare un sistema trasversale ovvero rivolto a tutti indipendentemente dal modo con il quale si decide di utilizzare l’ambiente strada. Del resto ciascuno di noi, nei diversi momenti della vita, può essere conducente di un veicolo, pedone o ciclista. Conoscere il punto di vista dell’altro è una risorsa preziosa perché aiuta a comprendere il senso profondo delle regole della strada ed il loro intrinseco legame con la protezione della vita e della salute. Serve un lavoro costante di comunicazione e diffusione per far sì che la sicurezza stradale non sia vista come un’imposizione ma come un valore sociale e culturale condiviso”.

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