Dal vespino rosso, cult anni Ottanta insieme con il Sì della Piaggio, alle bici a pedalata assistita e ai monopattini elettrici, entrambi in forma sharing. È l’evoluzione dei mezzi di trasporto più diffusi tra i giovani a Roma ma anche in tutta Italia.
Per intere generazioni, la libertà di movimento è stata rappresentata dal motorino, oggi ritorna protagonista la bicicletta, che torna a essere nuovo mezzo essenziale e diffuso, “l’anticavallo”, come la definì il giornalista Gianni Brera, per la sua praticità e perché dava a tutti la possibilità di spostarsi.
Nella storia dei mezzi di trasporto, la bicicletta occupa due primati, quello di essere il mezzo di trasporto più diffuso al mondo e quello di essere il più ecologico. E ora, le due ruote meno inquinanti che ci siano, insieme con il monopattino, sono state rilanciate nelle strategie di mobilità di tutte le capitali del mondo. Anche a Roma, nella fase 3 delle riaperture post Coronavirus, il rilancio è totale. Soprattutto per alleggerire il trasporto pubblico e in alternativa al mezzo privato e a motore.
Perché considerata una delle soluzioni per ridurre l’inquinamento e gestire i problemi di viabilità. Il risultato è che si diffonde nella Capitale un nuovo modo di spostarsi, totalmente intermodale: bici privata, veicoli in sharing, trasporto pubblico. Nel momento dell’affermazione della bici come strumento di mobilità ecologica e alternativa, è quasi doveroso ripercorrere la sua storia.
L’antenata della bicicletta, che oggi sta di nuovo rivoluzionando la mobilità, risale al 1817 e a un barone tedesco, ma il primo disegno lo si deve a Leonardo da Vinci, nel Codice Atlantico del 1490: una "macchina" con due ruote, un’asse di legno che le tiene assieme, un manubrio e una specie di catena che collega i pedali alla ruota posteriore.
Nel passato più vicino a noi, la bicicletta è stata già un simbolo, un cult per varie generazioni del secolo scorso, soprattutto quando il ciclismo era lo sport più seguito e accendeva passioni e tifoserie, come la contrapposizione tra coppiani e bartaliani che ha coinvolto gli appassionati negli anni Quaranta e Cinquanta. “Totò al giro d’Italia” del 1948 di Mario Mattioli ci riporta quell'atmosfera. Uno dei tanti film del cinema italiano che ha raccontato con titoli indimenticabili la forza della bicicletta.
- A Roma i monopattini cambiano gli spostamenti -
Monopattini elettrici a noleggio. La mobilità sostenibile e condivisa in città ha un tassello in più. Assieme al trasporto pubblico, alla ciclabilità, allo sharing di auto, moto e bici, ora ci sono anche i monopattini, utili per gli spostamenti brevi. Sono già 4mila gestiti da quattro diversi operatori (Helbiz, Lime, Bird e Dott). Si parte da un’app sul cellulare che consente di individuare un monopattino sulla mappa, poi basta scansionare il codice QR e sbloccarlo con un tasto. Per tutti, il costo è di 1 euro per lo sblocco, poi dai 15 ai 25 centesimi al minuto. Ogni operatore ha attivato abbonamenti o agevolazioni.
Per guidare questi mezzi, bisogna avere almeno 14 anni. Fino a 18 è obbligatorio il casco. Possono circolare nelle strade urbane dove vige il limite di 50 km. La velocità massima è di 25 km/h, ridotta a 6km/h nelle aree pedonali. Di sera, obbligatorio rendersi visibili.
- Mezzi pratici e veloci in città -
Sempre più bici sharing a pedalata assistita, soprattutto negli spostamenti brevi per raggiungere fermate bus o metro. Ma anche per i tragitti più lunghi, percorrendo le ciclabili. Quelle già realizzate con il Pums, ma anche le corsie transitorie del piano straordinario del Campidoglio. Per i ventenni, smartphone in mano e tante applicazioni scaricate, il sistema è vincente: "Questa è la mappa dove posso trovare una bici jump rossa - spiega Damiano, studente al 1° anno di università - all'interno di questo perimetro posso prenotare la due ruote più vicina alla mia posizione, con cui poi spostarmi. Una volta individuata, decido in base alle mie esigenze se prenotarla e noleggiarla entro 20 minuti, oppure prenderla subito’’. Damiano utilizza la bici in modalità intermodale, come complemento a metro e ferrovie regionali.
- Un simbolo futurista e dadaista -
Il ciclista e la sua bicicletta, fusi nel disegno e al tempo stesso dissolti nel vortice del colore che esalta la velocità. La “bella velocità” amata dagli artisti del Futurismo, non solo nella rappresentazione dei motori. Lo testimonia il “Dinamismo di un ciclista” del 1913 di Umberto Boccioni che peraltro durante la Prima Guerra Mondiale, con altri compagni futuristi, si arruolerà nel battaglione ciclisti-automobilisti.
Fortunato Depero, altro esponente del Futurismo, dedica diverse opere al vortice generato dalla bicicletta nello spazio, dal “Ciclista”, un acquerello del 1922, al “Ciclista attraverso la città” del 1945. Depero fu impegnato anche nella produzione di disegni per la pubblicità e ideò una serie di collage per il marchio di biciclette Bianchi, allora già affermato.
Negli stessi anni in cui Boccioni dipinge il suo ciclista, il francese Marcel Duchamp, uno dei più rappresentativi del movimento Dadaista, realizza un'opera in metallo, legno e vernice, il suo primo ready-made. Titolo: “Roue de bicyclette” la ruota della bicicletta. Oggi al MoMa di New York è conservata una seconda versione degli anni Cinquanta.
L'opera originale andò perduta a Parigi.
Paolo Petrucci e Simona Di Capua
Trasporti&Mobilità-muoversiaroma.it
10 giugno 2020