Intervista con gli esperti di Polizia di Stato e Istituto Superiore di Sanità
Alta velocità, alcol, droghe. Una combinazione che determina il numero esponenziale di incidenti e vittime della strada.
La filosofia del nuovo Codice intende fermare la striscia di sangue sulle strade con l’applicazione del principio “tolleranza zero” rispetto all’abuso di stupefacenti e alcolici mentre si sta alla guida.
Dopo un lungo iter, la legge è in vigore da sabato 14 dicembre. Le multe previste sono più salate e la sospensione della patente più lunga. In caso di tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l, sarà obbligatorio, per un periodo di due o tre anni, guidare solo veicoli dotati di alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del motore se il conducente ha
un tasso alcolemico superiore a zero.
Per quanto riguarda la guida sotto l’effetto di stupefacenti, basterà la positività al test per far scattare il ritiro immediato della patente e la successiva revoca, con divieto di conseguirla per tre anni.
“La legge 177/2024 ha introdotto numerose modifiche al Codice della Strada, molte delle quali - spiega Paolo Cestra, Primo Dirigente della Polizia di Stato - riguardano le violazioni delle norme di comportamento alla guida e le modalità di accertamento. Si prevede largo utilizzo degli strumenti di accertamento automatico, con l’ampliamento delle violazioni che potranno essere rilevate a distanza con dispositivi omologati o, per l’ambito autostradale, mediante l’uso delle immagini delle videocamere”.
La nuova norma. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si riceve una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso è tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro). Sospensione della patente da 6 mesi a un anno.
Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente da uno a due anni.
Come si sta preparando la Polizia Stradale.
“Saranno tanti gli ambiti - spiega il dirigente - in cui rimodulare le modalità operative e l’accertamento del reato della guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. E’ cambiata la fattispecie, che non richiede più, per assumere rilevanza penale, la concomitante presenza del dato clinico, cioè lo stato di alterazione, e del dato analitico, cioè l’assunzione della sostanza. Sarà sufficiente acquisire la prova dell’assunzione della sostanza stupefacente”.
Come vengono effettuati i controlli?
“Il conducente viene preliminarmente sottoposto ad un test di screening non invasivo con dispositivi portatili e, in caso di positività, vengono prelevati campioni di liquidi biologici da analizzare con esami di secondo livello. La prova deve essere acquisita attraverso matrici biologiche come sangue e saliva che consentono di circoscrivere l’assunzione a momenti immediatamente antecedenti alla guida”.
La Stradale è impegnata anche sulla formazione?
“La formazione è una parte importante delle attività sui temi della legalità e dell’educazione stradale. Icaro, la più importante campagna di sicurezza stradale, compie 25 anni nel prossimo 2025. Nell’ambito di questa campagna numerose sono state le attività svolte, centinaia di migliaia i giovani delle scuole primarie e secondarie e dell’Università formati in collaborazione con numerosi partner istituzionali. Il progetto si avvale del coordinamento della Sapienza. In linea generale i giovani conoscono le regole del Codice della Strada mentre hanno una minore
consapevolezza delle conseguenze dei comportamenti scorretti”.
Quanto incide l’abuso di alcol nell’incidentalità?
“L’assunzione di alcol interferisce con la capacità di condurre veicoli perché, con il suo uso o abuso, i nostri sensi e la nostra reattività alla guida possono essere grandemente distorti e ridotti. La quantità consumate e i relativi livelli
nel sangue rivestono un ruolo determinante sulle condizioni psicofisiche durante la guida e sul livello del rischio a cui ci si espone mettendosi al volante dopo aver bevuto anche quantità moderate di alcol. La conoscenza di queste dinamiche è l’obiettivo centrale dell’attività della Stradale”.
- Alcol al volante, ecco cosa si rischia spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità -
“Se bevi non devi guidare”. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, non ha dubbi.
“Dai dati emerge in modo scientifico tutta la gravità della situazione e la stretta relazione tra il consumo di alcol e gli incidenti stradali che costituisce la prima causa di morte nella fascia di età tra gli 11 e i 24 anni. E’ evidente - spiega Scafato - che esiste una difficoltà nell’applicare le norme, per esempio il divieto di vendere alcol
ai minori (articolo 689 del codice penale, ndr), che pericolosamente abusano”.
Stando ai dati del 2022, circa 1 milione e 310 mila ragazzi e ragazze di età compresa fra gli 11 e i 24 anni hanno consumato alcol secondo modalità a rischio per la salute. Di questi sono 650mila i minori tra gli 11 e i 17 anni. Nella stessa fascia di età tra gli 11 e i 24, 728mila sono classificati sotto la voce “binge drinking” (lo sballo da forte ubriacatura).
“Fino ai 24 anni - mette in guardia Scafato - non si dovrebbe assolutamente bere alcuna sostanza alcolica per non compromettere lo sviluppo del cervello e la sua maturazione. L’alcol è uno dei principali fattori di rischio di malattia e disabilità. Rappresenta, inoltre, la prima sostanza induttrice di dipendenza con un impatto sociale e tossica, spesso associata ad altre dipendenze da sostanze e da comportamenti. Una delle manifestazioni più evidenti appunto è il binge drinking, che inizia spesso in età di prima adolescenza. Noi medici riscontriamo il fenomeno negli ospedali, anche con ragazzi in coma etilico”.
La quantità di alcol conta?
“Anche bevendo poco (ad esempio 0,2 dl di birra) i riflessi iniziano a rallentare e la guida non è più sicura. Il tema alcol-giovani forse non si riesce a contrastare con le campagne che vengono percepite in modo paternalistico e calate dall’alto. Al tempo stesso esiste un’industria con investimenti milionari per sponsorizzare la vendita di alcolici, come la birra. Ma anche talune fiction che tendono a normalizzare comportamenti pericolosi”.
Qual è lo strumento più efficace?
“L’informazione e l’educazione. Ma è necessario coinvolgere la scuola, le famiglie e gli stessi ragazzi, che non devono avvertire il problema come qualcosa a loro estraneo”.
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