Le sanzioni previste con l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada
Spingere a "tavoletta" in modo pesante sull'acceleratore può costare molto caro con il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore lo scorso 14 dicembre.
Vediamo i cambiamenti rispetto al precedente Codice nel dettaglio, anche con la collaborazione di Aci. Aumentano le sanzioni da 173 a 694 euro per chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi di velocità.
Se la violazione è compiuta all'interno di un centro abitato e per almeno due volte nell'arco di un anno, la sanzione è innalzata fra 220 e 880 euro con la sospensione della patente da quindici a trenta giorni.
Non cambiano, tuttavia, i limiti di velocità nelle diverse strade: urbane: 50 km/h (salvo diverse misure locali); strade extra-urbane secondarie: 90 km/h; autostrade: 130 m/h.
Come spiegano i tecnici Aci: le norme sono importanti, ma non bastano. Bisogna acquisire consapevolezza che la velocità elevata è sempre una concausa, cosi come la distrazione, soprattutto quella del cellulare che, sempre per i tecnici Aci, è la seconda causa di incidentalità.
E proprio l'uso del cellulare alla guida viene sanzionato con maggiore severità. Le multe aumentano da 250 a 1.000 euro (fino 1.400 euro in caso di recidiva) e con la decurtazione di 10 punti dalla patente. Ma non solo, è prevista anche la sospensione della patente da 7 a 15 giorni alla prima violazione, con durata raddoppiata in caso
di incidente.
La riforma del Codice della Strada interviene sul versante autovelox. Nel caso di più violazioni rilevate entro un'ora e nello stesso tratto di competenza di un ente, si applicherà la sanzione prevista per la violazione più grave, aumentata di un terzo. Come detto, quindi, per violazioni di oltre 10 km/h e fino a 40 km/h, la sanzione sarà compresa tra 173 e 694 euro.
Sempre sul tema. Gli autovelox sono installabili su un tratto di strada di elevata incidentalità, rilevata nei 5 anni precedenti, e se la velocità media è superiore ai limiti consentiti o se esiste una impossibilità documentata a procedere alla contestazione immediata delle infrazioni.
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