La riqualificazione è stata curata da Anas
Sono ufficialmente finiti i lavori sul ponte dell'Industria, l'infrastruttura realizzata nel 1863 e restaurata per il Giubileo, che collega i quartieri di Ostiense e Marconi. Il ponte è stato poi intitolato a San Francesco.
E una statua del religioso patrono d'Italia, realizzata dallo scultore Marcello Tommasi, è stata svelata e posta a pochi metri dall'opera.
Il taglio del nastro e la riconsegna formale alla città, anche se il ponte era già agibile da mesi e da alcune settimane anche con gli storici arconi tornati al loro posto, alla presenza del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini e dei vertici di Anas, la società che ha realizzato i lavori.
"È stata una bellissima scelta dedicare e intitolare a San Francesco di Assisi un ponte - ha detto Gualtieri - questo poi è stato completamente rinnovato dopo un terribile incendio e oggi è un nuovo ponte, anche se abbiamo restaurato gli arconi storici dell'Ottocento, che unisce due quartieri, anche con uno spazio ciclo-pedonale, che a breve avrà anche un'illuminazione straordinaria. Allo stesso tempo è però un simbolo di pace e di fratellanza. Dedicarlo a San Francesco è bellissimo, è anche un ponte tra il Giubileo e l'ottavo centenario di San Francesco di Assisi che si apre nel 2026. Inoltre abbiamo messo una bella statua, che non sempre avviene per le opere contemporanee".

"Vedo un ponte", come quello dell'Industria, che rientra nell'ambito degli interventi realizzati da Anas per il Giubileo 2025, "e - ha detto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini - penso che il sistema Paese ci permetta di farne tanti, perché uniscono".
"Le sfide sono state importanti dopo l'incendio - ha aggiunto l'amministratore delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme - è stato ripristinato completamente, e con il nostri progettisti gli abbiamo dato l'esatta configurazione del passato. Abbiamo fatto insieme un lavoro enorme ed egregio, il commissario e la città di Roma hanno dato un contributo interessante. Nell'ambito del Giubileo abbiamo fatto diversi lavori, e abbiamo trovato un'integrazione fantastica con il comune e tutti gli enti locali".
Il Ponte dell’Industria è ora intitolato a San Francesco d’Assisi, dopo una cerimonia che ha segnato quasi un passaggio di consegne tra la conclusione del Giubileo e la vigilia del 2026, anno nel quale ricorrerà l’ottavo centenario della morte di Francesco, avvenuta nel 1226.
A inizio dicembre, la Giunta capitolina ha approvato la proposta del presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni, Davide Rondoni, per la nuova intitolazione dell’infrastruttura che i romani da generazioni chiamano “ponte di ferro”.
Oltre all’intitolazione, la collocazione permanente, nei pressi del ponte, di una statua in bronzo del santo ispirata a un modello dello scultore Marcello Tommasi, insieme alla realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione
e al riordino delle aiuole e della rotatoria.

“Riconosciuto opportuno pel congiungimento della linea della Ferrovia di Civitavecchia alla Stazione Centrale alle Terme Diocleziane lo approvare la costruzione di un Ponte in Ferro sul Tevere presso s.Paolo, si stabilì che la parte
centrale del Ponte stesso dovesse essere mobile (...) Portata a compimento tale opera e dovendosi col giorno 24 corrente mettere in esercizio la linea ferrata di congiungimento, presi gli opportuni concerti coll’Eccellentissimo Ministero delle Finanze ed ottenutane la Sovrana approvazione, vengono stabilite le seguenti disposizioni (...)”.
Nel settembre del 1863, anno dell’inaugurazione, il “Ponte in Ferro” è spesso sulla prima pagina del “Giornale di Roma”, il quotidiano ufficiale dello Stato Pontificio.
Pensato in funzione della linea ferroviaria che da Civitavecchia raggiungeva Roma, la sua realizzazione nella città governata da Pio IX impegna mezza Europa. Il progetto è di un ingegnere belga, la costruzione delle diverse parti avviene in Inghilterra. Un ponte speciale, con la caratteristica di una parte centrale che si solleva per far passare “piroscafi e bastimenti”, come viene spiegato anche nel dettagliato regolamento che il Giornale di Roma pubblicò nello stesso mese di settembre.
Al centro di un’area industriale della città che poi ebbe un progressivo e intenso sviluppo sino ai primi anni del Novecento, il Ponte dell’Industria - asse di collegamento tra Ostiense e Marconi - nella sua storia recente è stato segnato da una decadenza e da una rinascita.
Due incendi hanno colpito l’infrastruttura tra il 2013 e il 2021: dopo il secondo episodio, in assenza di interventi strutturali il destino del ponte sembrava segnato da una inevitabile e definitiva chiusura. E invece oggi sul Ponte dell’Industria circolano tutti i veicoli, comprese due linee bus (la 96 e la 780 che da piazzale dei Partigiani raggiungono la prima Corviale e la seconda l’Eur). Ma anche pedoni e ciclisti sulla nuova passerella ciclopedonale.
Un esito non scontato, frutto di un importante restauro avviato nell’estate del 2023 che ha portato alla riapertura al traffico nello scorso mese di marzo. Un intervento realizzato da Anas, in convenzione con Roma Capitale, del valore di circa 23 milioni di euro, cifra che somma 18 milioni del Giubileo e 5 milioni di fondi capitolini.
La struttura in acciaio del Ponte dell’Industria è stata completamente rinnovata a partire dal consolidamento delle fondazioni. Poi, le complesse operazioni di smontaggio e la ricollocazione dell’impalcato, la sostituzione degli appoggi, il rifacimento della pavimentazione e l’adeguamento degli impianti. Come spiegato dai tecnici al momento della riapertura del ponte, lo scorso marzo, sono state realizzate 58 colonne in alveo e 24 sulle spalle del ponte, per un totale di 2.928 metri lineari di colonne e oltre 5 milioni di chilogrammi di cemento iniettato con il jet grouting, una tecnica innovativa che ha permesso di procedere dall’alto dell’impalcato esistente verso il basso, senza deviare così il flusso del Tevere. Operazione che avrebbe comportato un allungamento dei tempi di realizzazione e di completamento degli interventi per riportare il ponte a nuova vita.
La fase conclusiva è stata, alla fine dello scorso mese di novembre, il riposizionamento degli arconi storici al loro posto, restaurati nel rispetto degli elementi del primo Novecento che sono stati mantenuti e ricomponendo gli elementi che erano invece danneggiati. Un intervento dai grandi numeri, anche in questo passaggio di completamento: per posizionare gli archi del peso di circa 26 tonnellate sono state utilizzate due autogrù da 400 e 250 tonnellate.
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