segui @romamobilita su telegram segui @romamobilita su twitter segui RomaMobilita su Facebook Romamobilita su Instagram segui Roma Mobilità su Linkedin segui Roma Mobilità su YouTube

Giubileo, sopralluogo al cantiere di piazza San Giovanni in Laterano

Simone Colonna, redazione giornalistica di Roma Servizi per la Mobilità.

Proseguono da cronoprogramma, fa sapere il Campidoglio, i lavori di sistemazione della nuova piazza pedonale di fronte alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Il cantiere interessa una superficie di circa 18mila metri quadrati e prevede il rifacimento della pavimentazione con una particolare attenzione al mantenimento del verde pubblico e alla sostenibilità ambientale. Sono, infatti, previste aiuole dotate di impianto di innaffiamento automatico e fontane a raso per contrastare le isole di calore. L’opera è finanziata con 15 milioni del Giubileo ed è eseguita dal Dipartimento dei Lavori pubblici di Roma Capitale.

Nel corso della prima fase sono emersi alcuni ritrovamenti archeologici, in particolare strutture murarie databili tra l’VIII ed il XIII, forse riconducibili al “Patriarchio”; le mura nel corso dei secoli vennero demolite e interrate. In considerazione dei reperti, è stato necessario modificare il progetto. Sono state, quindi, studiate nuove soluzioni che uniscono la realizzazione della sistemazione esterna e la tutela dei beni archeologici rinvenuti. In accordo con la Soprintendenza Speciale di Roma, a seguito della documentazione effettuata dagli archeologi, i lavori proseguono e i reperti trovati saranno protetti con geotessuto e con 20 cm di materiale inerte per segnalare la presenza di strutture e infine ricoperti, non essendo stata ravvisata la necessità di spostarli.

Nella mattina di giovedì 18 luglio Ornella Segnalini, assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale, Mirella Serlorenzi della Soprintendenza Speciale di Roma, Monsignor Rino Fisichella, Delegato da Papa Francesco all'organizzazione del Giubileo, hanno effettuato un sopralluogo per visitare il cantiere. Presenti anche Luciana Arcuri ingegnere responsabile dell’intervento del Dipartimento LlPp e Simona Morretta responsabile scientifico dello scavo archeologico della Soprintendenza.

 

“Il cantiere si chiuderà in tempo per l’apertura della Porta Santa – dichiara il Sindaco Gualtieri -. Naturalmente, questo ritrovamento ha richiesto molto lavoro aggiuntivo, ma non va considerato come un incidente, semmai come un regalo, perché è un ritrovamento di grandissima importanza. Dove sarà installata la vasca di alimentazione delle fontane – prosegue il Sindaco - non è stato trovato nulla e questo ci consentirà di procedere. È stato fatto un lavoro grande e ringrazio il Dipartimento Lavori pubblici per aver trovato la soluzione migliore. Ora verrà fatta la ricostruzione in 3D di quello che si è trovato per valorizzare i reperti e raccontare un pezzo di storia di Roma. Si lavorerà per realizzare il progetto, anche perché sarebbe impensabile privare Roma di questa piazza. Ma in futuro, grazie alle conoscenze acquisite, - conclude Gualtieri - si potrà riprendere a scavare e pensare ad esempio a una visitabilità sotterranea, senza far venir meno la piazza con il suo uso civico che è stata riprogettata proprio in questo senso”.

 

“Questo cantiere ci restituirà una piazza completamente rinnovata che contribuirà a valorizzare la splendida Basilica di San Giovanni – commenta l’assessora Segnalini -. Fino ad oggi questo luogo è stato poco valorizzato e utilizzato fondamentalmente come teatro del grande evento del 1° maggio, ma sostanzialmente poco vissuto dai romani. Il nuovo assetto prevede che diventi uno spazio urbano vivibile con aree verdi e fontane, il sistema di irrigazione farà in modo che le aiuole ricevano l’acqua necessaria. L’intervento prevede inoltre la creazione di una vasca di laminazione che raccoglie l’acqua piovana: un serbatoio che protegge dagli allagamenti e conserva la risorsa. È un progetto che ha delle caratteristiche innovative che ben si intersecano con le scoperte archeologiche. Ringrazio – conclude Segnalini - la Soprintendente Daniela Porro per il supporto costante in tutti i nostri interventi, lavorare a Roma riserva incredibili sorprese e come ha ricordato il Ministro Sangiuliano è fondamentale coniugare la salvaguardia della nostra storia alle esigenze di tutela e modernizzazione del tessuto urbano”.

 

“Sicuramente è per me motivo di orgoglio poter gestire uno degli appalti simbolo del Giubileo – spiega l’ingegnera Luciana Arcuri del Dip. LlPp -. Dal punto di vista tecnico la sfida principale è relativa alla realizzazione delle parti ‘invisibili’ ovvero: tutte le opere propedeutiche al funzionamento del sistema di fontane; la corretta gestione delle acque superficiali, anche in occasione delle famigerate bombe d’acqua; la cura dei particolari come il posizionamento degli ugelli delle fontane a raso al di sotto del piano di calpestio o il sistema di irrigazione delle parti a verde. Tutto ciò permetterà che la piazza possa durare nel tempo”.

 

“Questo scavo è stato una scoperta e una sorpresa – sottolinea l’archeologa della Soprintendenza Simona Morretta -. Le indagini hanno consentito di mettere in luce un muro di recinzione medievale, forse pertinente al Patriarchio, ovvero il palazzo papale. Questo muraglione in blocchi reimpiegati di tufo mostra diverse fasi di restauro. Doveva avere probabilmente funzione difensiva, a protezione della Basilica e del Patriarchio. La struttura muraria era sconosciuta, non essendo stati mai condotti scavi archeologici estensivi in quest'area”.

 

Le modifiche progettuali

La nuova piazza antistante San Giovanni in Laterano è caratterizzata da una superficie pavimentata continua, intervallata da dodici specchi d’acqua, da aree a verde a terra e da panche monolitiche in travertino.

In considerazione dei rinvenimenti archeologici, è stato necessario modificare il sistema impiantistico a servizio delle fontane a raso previste, riducendo alcuni giochi d’acqua ma non il numero di specchi di acqua previsti. In particolare, è stata stabilita la riduzione e il riposizionamento della vasca ipogea, con la conseguente totale modifica dei relativi impianti. Questo accorgimento è stato necessario affinché non vi siano interferenze tra il nuovo impianto e le preesistenze archeologiche.