A fare il punto, l'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè
Le zone 30 come baluardo per la sicurezza stradale. Una direzione che Roma ha intrapreso anche in virtù dell'esperienza di altre realtà urbane. Bologna su tutte.
Se ne è parlato nel dibattito organizzato nell'ambito della Settimana Europea della mobilità. A riaffermare con forza la scelta intrapresa dall'Amministrazione capitolina è stato l'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè.
"Sicurezza stradale e sostenibilità - ha spiegato- viaggiano sempre di pari passo. Quando si lavora per una cosa lo si fa anche per l'altra".
"Ecco perché - ha aggiunto - le zone 30 saranno riaccompagnate dalla riperimetrazione della Ztl per renderla coerente con i nuovi varchi in uscita che saranno installati. Alla stessa filosofia appartiene la trasformazione degli stalli bianchi in blu. Una misura pensata non per penalizzare i cittadini ma per favorire la rotazione della sosta. Zona 30 - ha sottolineato- non è una decisione ideologica ma basata su dati scientifici. Diminuire la velocità significa ridurre gli incidenti, salvare vite, abbattere inquinamento e rumore. Per farlo bisogna abbassare i limiti e controllarne il rispetto attraverso gli autovelox. Ci conforta, da questo punto di vista, l'esperimento della galleria Giovanni XXIII che ha dato ottimi frutti con il 65% in meno di incidenti dopo l'installazione del tutor. Per questo abbiamo messo i primi nuovi 5 autovelox su via dei Campi Sportivi, via Isacco Newton e via del Mare. Presto ne arriveranno altri su 59 strade dove la velocità è eccessiva in base ai dati della polizia locale".
"I benefici che si otterranno con la zona 30 - ha spiegato ancora Patanè - saranno di gran lunga superiori agli effetti sui tempi di percorrenza che aumenteranno di pochissimo per tutti. Zona 30, perlatro, non sarà solo un limite di velocità ma un'occasione di riqualificazione per le strade".
A confortare la scelta di Roma ci sono i dati di Bologna dove la zona 30 è già realtà consolidata da tempo. "Abbiamo restituito ai cittadini sicurezza, libertà, salute e spazio pubblico - ha spiegato Andrea Colombo, consulente per il progetto della città Emiliana- quando le persone sperimentano i benefici poi non tornano più indietro". "A parlare del resto sono i risultati del primo anno:-49% di vittime, zero pedoni uccisi, -29% di inquinamento da traffico, +10 flussi di biciclette".
"È fondamentale - ha detto la presidente e amministratrice delegata di Roma Servizi per la Mobilità, Anna Donati - che le zone 30 si inseriscano in un contesto generale puntato sulla sicurezza stradale che includa i percorsi ciclopedonali e i black points. Per arrivare all'applicazione del progetto sarà necessaria un'ampia fase di comunicazione, sperimentazione e attuazione. Lavoreremo molto su questo aspetto anche attraverso iniziative di condivisione con la cittadinanza".
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