Il nodo ferroviario di Roma. Infrastruttura fondamentale per il traffico su ferro a livello nazionale, ma altrettanto importante come tassello della mobilità cittadina e dell'area metropolitana.
Anche e soprattutto in quest’ottica è essenziale attuare numerosi investimenti programmati da tempo, tra cui la chiusura del anello ferroviario, il raddoppio di alcuni binari e tratte, l'adeguamento tecnologico di gestione, l'apertura di nuove stazioni.
Il punto è stato fatto nei giorni scorsi in un convegno nella sede Aci organizzato, tra gli altri, dall'Ordine degli ingegneri della Provincia di Roma, dal CIFI e dall'AIIT (Associazione Italiana Ingegneri del Traffico). Ai lavori hanno preso parte anche l’assessore capitolino alla Mobilità, Eugenio Patane’, la presidente e amministratrice delegata di Roma Servizi per la Mobilità, Anna Donati, assieme ai vertici e ai tecnici di Rete Ferroviaria Italiana.
“Lavoriamo certamente sul nodo ferroviario 2035-50 - ha detto l’assessore Patane’- ma intanto dobbiamo realizzare tutte le opere infrastrutturali sulle quali non credo ci sia mai stato un problema di risorse ma di priorità. Il problema vero è legato all'esercizio, per la spesa corrente. Se noi apriamo la stazione di Vigna Clara ma poi passa un treno ogni due ore dico quasi che è stato inutile riaprirla. Lo stesso si dica per Val d'Ala. Credo che lo Stato debba garantire alla Regione risorse utili a firmare con Trenitalia un contratto di servizio all'altezza della Capitale".
“L’incremento dei servizi ferroviari - ha detto Anna Donati - è uno degli obiettivi previsti dal Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. Ma ci sono criticità evidenti. Innanzitutto la gara per la stazione Pigneto è andata deserta per la terza volta. Le stazioni ferroviarie previste con apertura dal 2025, poi, non risultano in cantiere”.
“Il dato del Rapporto Pendolaria 2024 - ha proseguito- mette inoltre in evidenza come nel Lazio, nel 2022, gli utenti siano il 40% in meno rispetto al 2019, causa l'effetto covid che ancora non riesce a recuperare in pieno le quote ante 2019. Ancora di più preoccupa che non ci sia stata nessuna progressione tra il 2009 e il 2019. Segno di una grave assenza di sviluppo su infrastrutture e servizi” per la cura del ferro nell'area metropolitana di Roma.
Dal canto suo, Rete Ferroviaria Italiana ha comunque garantito e ribadito un impegno per il futuro. Per il direttore progetti Tecnologici, Marco Torassa, l’investimento su Roma ammonta a 5,1 miliardi, 1,1 sulle tecnologie e 4 sulle infrastrurure, di cui finanziati, per il momento, 500 milioni. “Serviranno per varie opere - ha spiegato-. Si parte dall'anello ferroviario, che è ancora oggetto di confronto e dialogo. Su questo posso dire che entro il 2026 attiveremo il raddoppio dei binari tra Valle Aurelia e Vigna Clara".
"Poi - ha aggiunto - c'è il servizio metropolitano della Fl6 con il quadruplicamento della Ciampino-Capannelle. Siamo nella fase dell'iter autorizzativo e l'opera è parzialmente finanziata. La sua attivazione è prevista per il 2030. Sulla Fl1 abbiamo un progetto per lotti che prevede il quadruplicamento della linea e il raccordo con le linee tradizionali. Sarà poi potenziato lo scalo dell'aeroporto con due binari tronchi alla stazione. Sarà tutto pronto per il 2030”.