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Pubblicato il: 16/04/2024 - Aggiornato il: 17/04/2024
La Redazione
Mezzi nuovi e intelligenza artificiale nei trasporti al centro del convegno Asstra

Un momento del convegno Asstra

 

La transizione energetica (mezzi nuovi, con ridotte emissioni) e il supporto dell'intelligenza artificiale nel trasporto pubblico sono i temi-guida dell'edizione numero 18 del convegno nazionale Asstra, l'associazione che riunisce 141 aziende di trasporto pubblico locale e regionale.

 

Mentre di transizione energetica si parlerà oggi, nella seconda e ultima giornata del convegno, ieri l'attenzione si è concentrata su potenzialità, e limiti, dell'intelligenza artificiale, anche nei trasporti. Uno strumento, che occorre gestire per le facilitazioni che può offrire, ad esempio in termini di informazioni, servizi e automazione, senza dimenticare i rischi, connessi in particolare a etica e sicurezza, e l'importanza di preservare il fattore umano.

 

La giornata di apertura del convegno è anche l'occasione per ricordare numeri e ruolo del tpl in Italia (124mila persone impiegate; 12 miliardi di fatturato l'anno; 15 milioni passeggeri trasportati ogni giorno).

 

Ragionando in termini di ambiente, mobilità sicura, qualità della vita, il trasporto pubblico è un perno della nostra quotidianità. Solo un esempio, i benefici della decongestione: per ogni autobus ci sono 40 auto in meno sulle strade; 600 le autovetture in meno con l'uso di un convoglio della metropolitana; 1.500 quelle in meno per ogni treno regionale. Al livello europeo, la congestione veicolare costa 100 miliardi di euro l'anno.

 

Le aziende che fanno tpl, però, così come le amministrazioni pubbliche, chiedono più risorse per offrire un servizio migliore. Va bene parlare di futuro e città "intelligenti", ma senza prescindere da finanziamenti congrui. Il Fondo nazionale trasporti ha una dotazione annua di 3 miliardi di euro. Il comparto, per funzionare meglio, ne chiede 1,6 di più, agganciando i finanziamenti al reale andamento dei costi. L'assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè, in più occasioni ha ricordato come la quota del Fondo destinata a Roma sia non solo insufficiente ma anche non correttamente suddivisa, rispetto alle altre città, in considerazione delle dimensioni della Capitale. Meno risorse, che si traducono ovviamente in un minor servizio offerto.