Risorse economiche per sostenere il servizio e rinnovamento progressivo del parco mezzi. Innovazione, gestione e gradualità del cambiamento. Omogeneità di finanziamenti e opportunità. Accento sul ruolo del trasporto pubblico locale non solo per la sostenibilità ambientale, ma anche per quella sociale. Questi gli elementi a formare la cornice della seconda giornata del convegno nazionale di Asstra, l'associazione che riunisce 141 aziende di trasporto pubblico locale e regionale.
Tra gli interventi di apertura, quello di Dario Nardella, che ricopre il ruolo non solo di sindaco di Firenze ma anche di coordinatore Anci (l'associazione nazionale dei comuni italiani) per i sindaci delle città metropolitane. "La mobilità urbana è centrale - osserva Nardella - le città consumano l'80 per cento dell'energia prodotta in Europa e rilasciano l'80 per cento delle emissioni di CO2. Il trasporto pubblico locale per il cittadino-utente è, in un certo senso, come uno spettacolo a teatro. Il viaggiatore usufruisce del risultato finale, quello che c'è dietro conta meno, è tutto un lavoro preliminare necessario ma che conta solo per la qualità finale del servizio offerto.
"Dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il PNRR, ci sono 6 miliardi di euro per la mobilità locale. Ma non basta realizzare infrastrutture, bisogna organizzarsi per gestirle". In generale, riprendendo un pensiero comune ad aziende e amministrazioni locali, il primo cittadino di Firenze ha ribadito come le risorse, a cominciare da quelle del Fondo nazionale trasporti (ad oggi 3 miliardi di euro/anno), vadano agganciate alle esigenze, alla domanda e alla sua variabilità.
E poi agli impegni del prossimo futuro. L’Unione europea si è data l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, con un traguardo intermedio di meno 55 per cento di emissioni inquinanti al 2030. Cento città del Continente punteranno all'impatto climatico zero proprio dal 2030. Nove delle città al lavoro su questa prospettiva quantomeno sfidante sono italiane. Tra loro c'è Roma, assieme a Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato e Torino.
Presente al convegno organizzato da Asstra anche la presidente e ad di Roma Servizi per la Mobilità, Anna Donati. Che a proposito della transizione energetica, l'ha definita un cambiamento "Necessario, urgente, obbligatorio. Questo naturalmente come interesse comune. La transizione però, come sottolinea la stessa Asstra, è complessa, ha bisogno di essere gestita, naturalmente anche dal punto di vista sociale, e sostenuta economicamente. In questo senso sarà preziosa l'analisi che faremo del documento realizzato proprio da Asstra sui costi della transizione".
Il tema delle risorse, rimarca la presidente Donati, è centrale. La disponibilità del Fondo nazionale trasporti non cresce. Roma, per integrare, mette molte risorse proprie. Dal PNRR "arrivano fondi per gli investimenti. Realizziamo infrastrutture, nuove tranvie, nuove metropolitane. Occorre però considerare anche i costi connessi al servizio".
Ancora sul tema della transizione energetica Anna Donati pone l'accento anche sulla pluralità delle tecnologie che l'accompagnano, dall'elettrico all'idrogeno ai biocarburanti, ciascuna con vantaggi e limiti. La scelta, osserva la presidente di Roma Mobilità, è importante che cada di volta in volta sulla soluzione migliore per il contesto. Non solo elettrico, ma sì elettrico dove è la soluzione più adatta.
Infine, l'obiettivo neutralità climatica che Roma, assieme ad altre novantanove città europee, si pone come direzione per i prossimi anni. "Un lavoro sfidante. Con il trasporto pubblico stiamo già andando lì, penso alle nuove tramvie così come agli autobus elettrici che arriveranno nella flotta Atac. Dobbiamo però mettere a sistema anche il privato, agendo su due leve: sostegni al cittadino e, anche, all'industria. Così da abbassare i costi".
E proprio a proposito di costi, il presidente di Asstra, Andrea Gibelli, ha quantificato le risorse mancanti, solo per la spesa corrente, al Fondo nazionale trasporti: 1 miliardo e 600 milioni di euro, suddivisi in in 700 milioni per i costi di produzione e 900 milioni, come base di confronto aziende-sindacati, per il rinnovo del contratto di lavoro di categoria. Se il trasporto pubblico è centrale per la collettività, sono numeri con cui occorre misurarsi.