Grande successo alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Quando si parla di Futurismo tra le prime cose che vengono in mente c'è la velocità. Ma è una visione a dir poco parziale. E va calata nella realtà del tempo. Perché l'avanguardia artistica amava quelli che oggi chiamiamo "veicoli ad alte prestazioni" non in quanto tali ma come espressione di progresso e innovazione. Se fossero vissuti nel nostro secolo, a Marinetti e ai futuristi l'auto elettrica sarebbe piaciuta moltissimo. Cosi come amavano il tram (rappresentato in un quadro di Carrà). "Il Futurismo aveva una vena ecologista ante-litteram”.
A spiegarlo è Gabriele Simongini, curatore della Mostra “Il Tempo del Futurismo” ospitata a Roma dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, diretta da Renata Cristina Mazzantini. Definirla una semplice rassegna è riduttivo. E’ un viaggio nel tempo a doppio senso: dal presente al passato perché riporta all’Italia del primo Novecento; dal passato al presente (e per certi versi oltre) perché – lasciando di stucco i visitatori – mette davanti a una realtà inconfutabile: i futuristi erano tali non solo di nome. Erano “visionari”. Capaci di prefigurare - con un secolo di anticipo - invenzioni come il telefono senza fili, il computer, i vertiporti.
Professore, oggi come si sposterebbe, a Roma, Filippo Tommaso Marinetti?
“Sicuramente su un mezzo a trazione elettrica. A Marinetti un’auto come quelle attuali, ricaricabile a una colonnina, sarebbe piaciuta moltissimo. Cosi come avrebbe apprezzato una biciletta a batteria con pedalata assistita. Il Movimento futurista era per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico ma in armonia con l’ambiente circostante. Anzi, vedeva e immaginava i due elementi non separabili”.
I Futuristi "ecologisti" ante-litteram quindi?
“Assolutamente sì. Erano innamorati dell’elettricità. Ne avevano salutato l’avvento come una rivoluzione. Ne intuivano le potenzialità presenti e future. Erano arrivati - e c’è una fase di Marinetti bene evidenziata nel percorso della mostra – a prefigurare invenzioni che sarebbero arrivate molti decenni dopo come il telefono senza fili o il computer. Sul versante della mobilità amavano il tram. Anch’esso a trazione elettrica. Un mezzo che non a caso è raffigurato in un celebre quadro di Carrà (esposto nella mostra in corso alla Gnam, ndr). Nel 1911 lo rappresenta come un collegamento tra il cittadino e la vita urbana. Come una fusione con la città circostante”.
La velocità, le auto da corsa, gli idrovolanti ma anche i treni…
“Questo aspetto dei futuristi è poco conosciuto e approfondito. Marinetti amava moltissimo il treno. A maggior ragione avrebbe utilizzato ed esaltato l’utilità di quello a trazione elettrica (che in qualche modo aveva intuito e prefigurato ma non ha fatto in tempo a vedere, ndr). L’elettricità era, per lui, il più importante vettore verso l’innovazione. Marinetti considerava Marconi un sinonimo di futuro. E c’è un elemento temporale che li accomuna: nel 1909 viene pubblicato, sul giornale francese Le Figaro, il Manifesto Futurista. Nello stesso anno Marconi vince il premio Nobel per la Fisica. Non è una coincidenza”.
Tra le molte cose che lasciano a bocca aperta visitando la mostra ci sono i disegni dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia: vetro, cemento, edifici moderni. Sembrano progetti attuali. Si notano perfino piccoli velivoli. Simili a quelli, a trazione elettrica (non a caso), che si stanno sviluppando ora nel progetto dei Vertiporti tra l’aeroporto di Fiumicino e Roma…
“Quello architettonico è un altro aspetto del futurismo splendidamente espresso da Sant’Elia. Che aveva immaginato l’evoluzione dei centri urbani. La previsione dei piccoli velivoli come veicoli di uso corrente per gli spostamenti rientra nella logica e visione futurista. Che vedeva e voleva la fusione di ogni elemento della vita moderna”.
La Mostra sta avendo un grande successo…
“Assolutamente sì. Siamo già oltre quota 70mila visitatori e contiamo a breve di superare i 100mila. Ma abbiamo tante altre richieste. Per soddisfarle stiamo pensando a un prolungamento dell’esposizione oltre la scadenza del 28 febbraio. Ma ancora nulla è deciso”. La proroga è poi arrivata (ndr), sino a domenica 27 aprile.
Alla Galleria Nazionale d'arte Moderna si può arrivare comodamente con il trasporto pubblico scendendo alla fermata Valle Giulia.
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